Altra categoria del blog a cui lavoro da un po' di tempo: *LAMPADE. In questa sezione pubblicherò i lavoretti portati a termine creando delle vere e proprie lampade, lampadari d'arredo, punti luce, appliques, abat-jours et similia realizzati perlopiù con legname trovato sulla riva del mare o nei boschi durante alcune mie passeggiate.
Mi preme sottolineare che per questa e tutte le altre realizzazioni della categoria *LAMPADE non è stato abbattuto nessun albero, né distrutto cespugli o sottobosco; il legno con cui confeziono le mie lampade è già secco, già tagliato, proveniente da alberi bruciati dal fulmine o da incendi, da resti di ramaglie di ceduazione o da pezzi portati sulla spiaggia dalle mareggiate.
La materia prima già scolpita la fornisce la natura, io non ho fatto altro che pulirla per bene, consolidarla con una mano di protettivo, aggiungere la parte elettrica ed il paralume.
Questa è la prima realizzazione, l'ho chiamata banalmente "RADICI " ma credo che non potesse avere altro nome: è una radice di cerro trovata sulla cima del Monte Voltraio, vicino a Volterra. Apparteneva ad un pollone di un giovane cerro bruciato ed ormai secco da tempo, ma la forma così particolare mi ha dato subito l'idea per una bella lampada da tavolo. Devo dire che, viste le dimensioni, è stato oltremodo impegnativo portarla giù per il sentiero ma alla fine ci sono riuscito. Poi a casa l'ho sistemata a dovere, ho aggiunto l'impianto-luce e un elegante paralume trapezoidale.
La vedrei molto bene su di un tavolo importante in un soggiorno raffinato, o su un tavolino da fumo di un salotto oppure su una scrivania di uno studio professionale...
Dettagli tecnici:
Ingombro totale - Misure: 55 cm. x 45 cm 55 h. circa
Corpo: legno di cerro naturale.
Cablaggio: spina, cavo, portalampada ed interruttore certificati CE.
Paralume- Trapezoidale, in filo d'acciaio rivestito di film bianco; Tela (plastificata internamente) color avorio. Dimensioni: 35 cm. x 35 cm. x cm. 22 h.
Portalampada: per lampadine con filettatura grande (E27)
Qui in basso ci sono le foto.
La lampada è in vendita. Chi fosse interessato a questa o a commissionarne altre su Vostra idea o con Vostri materiali può scrivermi a filippo.gianche@yahoo.it
Sicuramente inventeremo insieme qualcosa di molto interessante.
Buon Natale a tutti!
- filippo.gianchecchi@pec.architettifirenze.it
venerdì 21 dicembre 2012
lunedì 29 ottobre 2012
*FAI DA TE - Baule shabby chic
Ancora una realizzazione da inserire nella categoria *FAI DA TE del tipo Shabby chic. Questa volta avevo in dotazione un bel baule di noce quelli della nonna, purtroppo senza chiave, ma tenuto benissimo, senza neanche un foro di tarlo. L'unico problema che aveva era una evidentissima e difficoltosa macchia di olio su un angolo del coperchio che aveva impregnato il legno rovinando così irrimediabilmente l'impiallacciatura finanche nella parte di sotto.
Per prima cosa quindi, prima di passare alla parte estetica, ho dovuto cercare di rimediare al danno causato dall'olio.
In primo luogo ho smontato cerniere, serratura, bocchetta della chiave e maniglie e ho preso in consegna il coperchio. Per eliminare la macchia d'olio e risistemare il coperchio non c'era altro rimedio che eliminare la vecchia impiallacciatura. Grazie al falegname di fiducia, il coperchio è stato ricalibrato, andando a "mangiare" così nella parte superiore quel millimetro di impiallacciatura rovinata e andandola a sostituire poi con una nuova (di una essenza però diversa). Nella parte sottostante del coperchio c'è stato incollato un contro pannello di compensato in modo tale da evitare che la macchia di unto potesse rimanere a vista. In questo modo, pur non eliminando definitivamente il problema (l'olio è impossibile da togliere dal legno se impregnato a fondo) l'abbiamo risolto aggirandolo ed "isolando" la parte unta in un sandwich di legno pulito.
Adesso ho passato tutto con l'orbitale e carta vetrata per riportare il tutto a legno.
A questo punto però avevo un baule di noce con il coperchio impiallacciato di un'altra essenza e se avessi realizzato la tecnica shabby chic come nella precedente realizzazione (vedi mobiletto) si sarebbero visti, nelle parti "usurate", due legni diversi...
Alchè ho deciso una variante: prima di passare la candela (o la paraffina solida) sulle parti che avrei voluto vedere "usurate" c'ho dato una mano di vernice scura (nella fattispecie ho usato la IMAX all'acqua satinata colore YUTA). Una volta asciugata ho passato la candela e poi due mani di IMAX all'acqua satinata colore ZUCCHERO. Dopo che anche questa era asciugata alla perfezione ho preso carta vetrata e ho riscartato. Solo nei punti in cui avevo passato la candela la vernice bianca è venuta via scoprendo il colore yuta della vernice sottostante. In questo modo non si nota la differenza di legno fra coperchio e baule e sembra che sotto al bianco vi sia una mano precedente di vernice marrone che rende il tutto molto shabby chic!
Infine son passato alla ferramenta: ho ripulito le cerniere e la serratura dalla poca ruggine che le avvolgeva, mentre la bocchetta della chiave e le maniglie ottonate erano purtroppo irrecuperabili. Dunque ho deciso di cambiare look: ho preso un paio di nuove maniglie (identiche a quelle vecchie ma verniciate di nero) e una nuova bocchetta per la chiave sempre verniciata di nero ed ho rimontato il tutto.
risultato finale già messo a posto |
dettaglio nuova bocchetta e serratura |
dettaglio dello spigolo |
vista accidentale |
il baule aperto |
L'effetto è molto carino e il baule tornerà utile per stipare il cambio dell'armadio in attesa della nuova stagione.
Saluti a tutti!!!
domenica 17 giugno 2012
*FAI DA TE - Mobiletto shabby chic
Intanto...cos'è lo stile shabby-chic? Il termine "shabby" in inglese significa "misero, squallido, povero", mentre "chic"...beh, quello si capisce. Dunque lo "shabby-chic" è un tipo di design di interni dove i mobili e gli arredi in genere o sono scelti vecchi e con segni di usura o sono nuovi ma vengono usurati ad arte per dar loro l'aspetto antico. Allo stesso tempo, tramite colori chiari (bianco, avorio, crema...) è enfatizzata una sorta di sensazione di morbidezza minimalista che lo differenzia dal normale arredamento "vintage", da cui lo "chic" del nome.
Ho acquistato online per poche decine di euro un mobiletto usato, dotato di un cassetto e due antine che all'apparenza poteva sembrare molto problematico: si vedeva che era stato riverniciato più volte, anche con la tecnica del decoupage con risultati discutibili, ma in diversi punti la vernice o non c'era o era molto scrostata dal supporto... Il cassetto poi era pieno di colature di colla, mastice e chissà cos'altro. La struttura però era in solido massello di pino di Svezia e si prestava ad essere risistemato per bene.
Queste le immagini del mobile appena l'ho preso.
vista da davanti con le ante smontate (il cassetto l'ho già tolto) |
dettaglio della parte bassa con gli arpioncini dipinti |
Il fianco con una decorazione di carta applicata a decoupage... |
Per prima cosa ho tolto il cassetto e l'ho smontato grattando via e pulendo per bene da ogni pertugio tutte le colature di colla, mastice, vernice e quant'altro. Il frontale però mi ha riservato subito qualche sorpresuccia: la cornice era rotta in diversi punti e non stava insieme ed i pomelli (di legno) non erano fissati con delle viti ma con degli spinotti di legno che risultavano ormai inutilizzabili; praticamente i pomelli stavano attaccati solo grazie alla vernice...
la cornice del cassetto riassemblata |
il frontale ed il cassetto smontato e i due vecchi pomelli |
Il retro del mobile era un pannellino di truciolare molto sciupato e con un foro (in verità sembrava che qualche topo l'avesse rosicchiato...) da una parte, fissato alla struttura con dei semplici chiodini. L'ho subito eliminato per due motivi: 1° mi faceva schifo, 2° avrei avuto più spazio per lavorare al resto. Alla fine, una volta finito tutto l'avrei sostituito con uno nuovo.
Ho tolto anche i 4 arpioncini delle antine che erano stati dipinti anche loro di bianco e, una volta grattata la vernice, ho scoperto che...erano tutti di foggia e di materiali diversi! (2 più piccoli, 2 più grandi, 3 di ottone e 1 di ferro..): anch'essi andavano uniformati e ne avrei quindi acquistati di nuovi.
Il lavoro di sverniciatura è stato relativamente facile perché gli strati di vernice (ben 3 di diversi colori!) venivano via benissimo e in un battibaleno ho riportato a grezzo ogni parte del mobile, ante comprese.
mobile, ante e cassetto smontati e riportati a legno |
A questo punto iniziava la fase "Shabby". Ho preso una normalissima candela (o della paraffina solida se ne avete) e l'ho strusciata su tutte le parti dove poi volevo avere la resa "consumata" (spigoli, angoli, punti di usura...). Sulla cera infatti la vernice (che avrei steso dopo) non avrebbe fatto presa, lasciando così a vista il legno sottostante.
Ho passato quindi la candela sulla struttura, sul frontale del cassetto e sulle antine.
Dopodichè ho verniciato il tutto con due mani di vernice all'acqua colore "bianco zucchero" satinato e ho lasciato asciugare bene.
Quando la vernice è essiccata ho passato nuovamente la carta vetrata (prima a grana grossa, poi finissima) nei posti dove avevo strusciato la candela e qui (e solo qui!) la vernice viene via scoprendo il legno e dando il caratteristico effetto del consumato (ovvero lo shabby).
Infine ho fissato con una manciata di chiodini un nuovo pannello di multistrati di betulla di 6 mm. sul retro (su cui ho ritagliato una finestrella per farci passare le prese di corrente e del telefono),
il nuovo retro con la finestrella per le prese di corrente |
ho acquistato 2 nuovi pomelli per il cassetto e 4 arpioncini bronzati per le ante, ho rimontato il tutto...et voilà!
il cassetto rimontato con i nuovi pomelli in ferro bronzato |
il mobiletto finito con le ante aperte |
il mobiletto finito con le ante chiuse |
dettaglio dello "shabby", nuovo pomello e nuovo arpione bronzato |
Che ne dite?
A fondo pagina come sempre trovate lo slideshow.
Un saluto
martedì 15 maggio 2012
*FAI DA TE - Nuova vita al divano di casa.
Adesso vado un po' fuori dal seminato: in questo post non parlerò di attività canonica da "architetto" ma visto che adoro anche lavorare in prima persona, con le mie mani, voglio inaugurare una sezione *FAI DA TE del mio blog per rendervi partecipi dei lavoretti che probabilmente, anzi sicuramente - vista la mole di mobili vecchi che ho in garage - avrà un seguito. Quando il tempo me lo permette infatti mi cimento in piccoli lavori domestici, di piccola falegnameria, restauro e ripristino di mobili vecchi, sempre con un occhio rivolto al design ed al riuso sostenibile.
Stavolta ho voluto provare a dare nuova vita a un divanetto a due posti che i miei genitori avevano in garage da troppo tempo: un divanetto ben solido che era un peccato lasciare a languire sotto la polvere. La struttura è in robusto massello di faggio verniciato del classico color marrone scuro di tutti i mobili, corredato con due cuscinoni (uno che funge da seduta e uno da schienale) foderati con una stoffa abbastanza spessa e grezza (ormai usurata, lisa e... fin troppo anni '80!) decorata con un motivo a quadri scozzesi medio-grandi... marrone, bianco e beige.
La struttura lignea è molto semplice: una seduta, uno schienale a stecche verticali, due gambe, due braccioli e un traverso/catena che, posta sotto la seduta, serve a tenere insieme il tutto. Il resto componibile ad incastro, viene fissato definitivamente con l'aiuto di un pugno di vitoni bronzati ancora in ottimo stato.
La particolarità è che sollevando i braccioli e spingendoli avanti o indietro si può regolare l'inclinazione dello schienale...proprio come in una classica sedia-sdraio.
Quel che volevo fare era dare una bella rinfrescata al divano, rifoderando i cuscini con un tessuto un po' più adatto al luogo dove poi sarebbe dovuto andare (ovvero il salotto di casa mia) e ripulire e ridipingere la struttura lignea eliminando quel colore marrone fin troppo classicone e oltretutto pieno di colature di vernice e di graffi.
L'idea che mi è subito balenata in mente è stata di dipingerlo di bianco, un bianco sporco, pennellato, che avrebbe dato nuova luce all'oggetto. I cuscini invece - per farli risaltare bene - li volevo colorati, belli brillanti e siccome in salotto ho una parete color porpora/bordeaux la scelta è caduta su un tessuto abbastanza classico ma colorato e vivo con un motivo a righe a rilievo (tipo vellutino) porpora/bordeaux e alternate a righe marroni e dorate che avrebbe fatto un bel pendant con la parete.
Il lavoro è stato relativamente facile: in primis ho smontato la struttura lignea del divano, ho segnato tutti i pezzi in modo da non sbagliare poi nel rimontarli, ho tolto tutta la ferramenta, viti etc...e le ho messe da parte in un sacchettino, sostituendo le cerniere ormai irrimediabilmente arrugginite, con delle cerniere nuove.
La lavorazione di più lunga durata è stata la sverniciatura che ho effettuato in modo certosino con carta vetrata a grana media (60) ripassata poi (appena sugli spigoli) con una a grana più fine (120) perchè volevo che rimanesse ben visibile la "materialità" del legno.
Per le parti più ostiche e che presentavano maggior accumulo di vernice vecchia, mi sono aiutato con uno sverniciatore chimico prima di passare la carta a vetro.
Nel frattempo ho portato a rifoderare i cuscini: lavoro preziosissimo che la nonna è riuscita a fare in men che non si dica!
Una volta riportata a legno la struttura e pulita ben bene dalla polvere sono passato alla fase di verniciatura. Ho scelto una vernice a base d'acqua satinata, colore "zucchero", e ho distribuito una prima mano abbondante. Una volta asciutta bene la prima mano, ho passato della carta abrasiva finissima per eliminare eventuali irregolarità e per "lisciare" un po' il legno che a contatto dell'umidità della vernice si "increspa".
Dopodichè ho passato la seconda mano.
Una volta che tutti i pezzi si sono asciugati per benino, ho rimontato il tutto, sistemato i cuscini ... et voilà!
Purtroppo non ho fatto le foto del "prima della cura"...ma questo è il risultato finale.
A fondo pagina trovate lo slideshow con molte altre foto ed alcuni dettagli.
Un saluto.
Arch. Filippo Gianchecchi
Stavolta ho voluto provare a dare nuova vita a un divanetto a due posti che i miei genitori avevano in garage da troppo tempo: un divanetto ben solido che era un peccato lasciare a languire sotto la polvere. La struttura è in robusto massello di faggio verniciato del classico color marrone scuro di tutti i mobili, corredato con due cuscinoni (uno che funge da seduta e uno da schienale) foderati con una stoffa abbastanza spessa e grezza (ormai usurata, lisa e... fin troppo anni '80!) decorata con un motivo a quadri scozzesi medio-grandi... marrone, bianco e beige.
La struttura lignea è molto semplice: una seduta, uno schienale a stecche verticali, due gambe, due braccioli e un traverso/catena che, posta sotto la seduta, serve a tenere insieme il tutto. Il resto componibile ad incastro, viene fissato definitivamente con l'aiuto di un pugno di vitoni bronzati ancora in ottimo stato.
La particolarità è che sollevando i braccioli e spingendoli avanti o indietro si può regolare l'inclinazione dello schienale...proprio come in una classica sedia-sdraio.
Quel che volevo fare era dare una bella rinfrescata al divano, rifoderando i cuscini con un tessuto un po' più adatto al luogo dove poi sarebbe dovuto andare (ovvero il salotto di casa mia) e ripulire e ridipingere la struttura lignea eliminando quel colore marrone fin troppo classicone e oltretutto pieno di colature di vernice e di graffi.
L'idea che mi è subito balenata in mente è stata di dipingerlo di bianco, un bianco sporco, pennellato, che avrebbe dato nuova luce all'oggetto. I cuscini invece - per farli risaltare bene - li volevo colorati, belli brillanti e siccome in salotto ho una parete color porpora/bordeaux la scelta è caduta su un tessuto abbastanza classico ma colorato e vivo con un motivo a righe a rilievo (tipo vellutino) porpora/bordeaux e alternate a righe marroni e dorate che avrebbe fatto un bel pendant con la parete.
Il lavoro è stato relativamente facile: in primis ho smontato la struttura lignea del divano, ho segnato tutti i pezzi in modo da non sbagliare poi nel rimontarli, ho tolto tutta la ferramenta, viti etc...e le ho messe da parte in un sacchettino, sostituendo le cerniere ormai irrimediabilmente arrugginite, con delle cerniere nuove.
La lavorazione di più lunga durata è stata la sverniciatura che ho effettuato in modo certosino con carta vetrata a grana media (60) ripassata poi (appena sugli spigoli) con una a grana più fine (120) perchè volevo che rimanesse ben visibile la "materialità" del legno.
Per le parti più ostiche e che presentavano maggior accumulo di vernice vecchia, mi sono aiutato con uno sverniciatore chimico prima di passare la carta a vetro.
Nel frattempo ho portato a rifoderare i cuscini: lavoro preziosissimo che la nonna è riuscita a fare in men che non si dica!
Una volta riportata a legno la struttura e pulita ben bene dalla polvere sono passato alla fase di verniciatura. Ho scelto una vernice a base d'acqua satinata, colore "zucchero", e ho distribuito una prima mano abbondante. Una volta asciutta bene la prima mano, ho passato della carta abrasiva finissima per eliminare eventuali irregolarità e per "lisciare" un po' il legno che a contatto dell'umidità della vernice si "increspa".
Dopodichè ho passato la seconda mano.
Una volta che tutti i pezzi si sono asciugati per benino, ho rimontato il tutto, sistemato i cuscini ... et voilà!
vista laterale |
vista del retro |
vista frontale |
Purtroppo non ho fatto le foto del "prima della cura"...ma questo è il risultato finale.
A fondo pagina trovate lo slideshow con molte altre foto ed alcuni dettagli.
Un saluto.
Arch. Filippo Gianchecchi
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