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lunedì 18 marzo 2013

*FAI DA TE - Restauro armadio antico

Era tanto che ci lavoravo ed oggi finalmente son riuscito a montarlo. E son soddisfazioni!

Si tratta di un armadio in noce che risale probabilmente agli inizi del secolo scorso (1910-1920), con dei bellissimi intagli sul fronte del cappello e del cassettone e ritrovato nella cantina del nonno. Quando l'ho visto era in condizioni pessime: era tutto smontato ed i pezzi accatastati alla rinfusa, pieno di tarli, sporco, colature di vernice, alcuni pezzi erano sciupati, altri rotti o scheggiati; ma nel complesso era ancora stabile, lo specchio dell'anta era integro e, con qualche ripristino e una bella ripulita avrebbe fatto veramente comodo per riporvi il cambio invernale.

Purtroppo anche in questo caso non ho le foto del prima del trattamento (nella foga di cominciare il lavoro mi dimentico sempre di farle!!!) ma cerco di raccontarvi meglio possibile le lavorazioni che ho fatto.

In primo luogo una bella pulita dalla polvere, ragnatele e dallo sporco più grossolano (c'era veramente di tutto!!!) con spazzole e -dove serviva- alcool. Non usate MAI acqua perchè il legno l'assorbe e si deforma, imbarcandosi e torcendosi e poi non lo rimontate più!

I vari pezzi erano già smontati, ma ho cercato di smontarli ancora il più possibile, togliendo le liste e le cornici malferme e quelle che venivano via, smontando la barra appendiabiti dal cappello, le maniglie dall'anta e dal frontale del cassettone e tutto il resto che potevo: è sempre meglio pulire i pezzi ognuno per conto suo, sia per avere un risultato migliore, sia perchè, mentre si smontano, ci si accorge di quelli che sono sani e di quelli che invece sono da sistemare.
C'è solo da tener presente di ricordarsi quali pezzi sono e dove vanno perchè poi c'è da rimontarli a distanza di tempo e anche se adesso pare facile ricordarsi dove vanno messi, fra qualche mese non lo sarà più...fidatevi! Quindi scriveteci sopra con un lapis le indicazioni che servono a riconoscerli e che poi cancellerete una volta rimontato.

Stavolta (al contrario di altri miei lavori sui mobili) ho deciso di mantenere il colore originario, con la sua aria antica ed austera e quindi per la pulizia niente carta vetrata ma una miscela fatta con il 50% circa di olio da mobili (quello paglierino va benissimo) e il 50 % di alcool. L'olio paglierino serve per "allungare" l'alcool che altrimenti sarebbe troppo aggressivo. La percentuale della miscela è variabile in funzione allo sporco che c'è da pulire, ma tenete presente che più alcool mettete, più è probabile che oltre allo strato superficiale di finitura (cera o gommalacca) portiate via anche la verniciatura originale del legno, eliminando la patina di antico e facendo quindi un danno irreparabile. Quindi vi consiglio magari di tenere la percentuale bassa e fare qualche passata in più invece che aumentare la percentuale di alcool.

Dopo aver pulito bene tutti i pezzi sono passato all'eliminazione dei tarli. Il mobile era veramente infestato soprattutto sulle parti esterne di finitura (cioè quelle in noce; le parti interne in abete erano meno attaccate). Una bella passata abbondante di antitarlo a pennello e ogni pezzo è stato sigillato dentro un sacco di plastica in modo ermetico e lasciato lì per almeno 3 settimane. Tenete presente che i forellini che vediamo sono i buchi da cui i tarli ESCONO e che le loro uova sono state deposte all'interno del legno, quindi premuratevi di passare l'antitarlo  DA TUTTE LE PARTI, non solo dove ci sono i fori! Se dopo il primo trattamento vi accorgete che dai fori esce ancora segatura significa che i tarli non sono stati debellati e che quindi serve un altra dose di trattamento. Mi raccomando usate sempre guanti e mascherina quando maneggiate l'antitarlo: è un VELENO anche per noi!

Trascorso il tempo necessario ho tolto i pezzi dalle "camere a gas" e ho ripristinato le parti più disastrate: ri-incollato diverse cornici, rifatto un angolo del cappello che era praticamente distrutto, ri-incollato il pannello del dietro che si era sfasciato, rifatta una gamba che i tarli avevano maciullato, rimesse due nuove guide in teak per il cassettone, ri-incollati diversi stralci di impiallacciatura che erano rigonfi o staccati dal supporto e così via... L'unica cosa che non ho potuto aggiustare è stata la stagnatura dello specchio dell'anta che si è rovinata dall'interno... L'alternativa era mettere uno specchio nuovo ma avrebbe rovinato il suo fascino e comunque...ci si specchia bene lo stesso!

Terminata la fase di ripristino del legno son passato alla finitura superficiale. Ho chiuso con della cera stick solida di colore più simile possibile al noce, i fori di tarli più grossi e brutti, ricostruendo un po' anche quegli spigoli che erano stati distrutti dalle gallerie dei tarli. I fori più piccoli li ho lasciati: anche loro hanno il loro fascino e poi sarebbe stato impossibile chiuderli tutti! Ho utilizzato però un trucco per mimetizzarli un pochino: con un pennellino ci ho inserito dentro un po' di olio da restauro mobili, così da farli diventare un pochino più scuri, in modo tale da amalgamarli nella tessitura generale del mobile.

Poi ho acquistato della gommalacca già in soluzione (potete anche farvela da soli se prendete quella in scaglie e mettendola a sciogliere nell'alcool ma è più costoso e serve molto più tempo) e ne ho passate tre mani a pennello su tutte le parti che rimanevano a vista. Fra una mano e l'altra, quando lo strato di gommalacca era ben asciutto, ho passato una paglietta di lana d'acciaio molto fine per il senso delle pennellate. Alla fine siccome il risultato finale mi sembrava troppo "lucido" ho ripassato la paglietta che ha opacizzato un po' la finitura. (Per saperne di più sulla gommalacca, e sulle sue tecniche di finitura ed applicazione -- > http://www.inforestauro.org/lucidatura-a-gommalacca.html?start=2)

Nel frattempo ho ripulito con una crema specifica di quelle che si trovano in commercio, anche le maniglie dall'ossido e dallo sporco, facendo riaffiorare il colore dorato dell'ottone.

In seguito ho dato una bella spolverata, una mano di cera neutra col panno di lana, riavvitato le maniglie e rimontato il tutto.

A seguire alcune foto dell'opera compiuta.

Un saluto a tutti.


esterno
cassetto e anta aperti
l'interno con la barra appendiabiti
dal basso


dettaglio del cappello





dettaglio cassettone