Ecco che finalmente si completa l'ingresso di casa con la restante parte del ramo di ginepro. Ricordate che con il primo pezzo avevo realizzato un appendiabiti? Bene, adesso con altri due pezzi identici per finitura al pezzo più grande, ho realizzato due bastoni reggitenda da appaiare all'appendiabiti. Con due tasselli e un paio di viti si fissano al muro e via!
I bastoni ovviamente non sono belli dritti ma secondo me il fascino sta tutto lì. Basta avere un piccolo accorgimento nella realizzazione delle tende, ovvero realizzare i cosiddetti "anelli" di stoffa in modo che si possano regolare in lunghezza a seconda delle curve del bastone. E' più difficile a dirsi che a farsi: è sufficiente fare delle striscie di tessuto abbastanza lunghe, fissabili su se stesse con un po' di velcro ed ecco che farete un anello più lungo se il bastone ha la "gobba", mentre l'anello sarà più stretto se il bastone presenta un avvallamento. In questo modo la vostra tenda risulterà sempre e comunque dritta ;) (e la potrete togliere per lavarla!)
saluti a tutti!
- filippo.gianchecchi@pec.architettifirenze.it
lunedì 30 settembre 2013
*FAI DA TE - Bastoni reggitenda da ramo di Ginepro
lunedì 16 settembre 2013
*FAI DA TE - Coppia di comodini shabby-chic
E finalmente ho terminato i comodini! Questi, assieme al loro cassettone coordinato (di cui mi sto occupando proprio in questi giorni), sono stati i primi oggetti che ho trasportato ed iniziato a restaurare.
Li abbiamo trovati nel magazzino del bisnonno, in mezzo a cumuli di roba vecchia di decenni. Sono un paio di comodini in noce con pianetto in marmo bardiglio e alzatina, lo stile è sicuramente liberty (come si evince dalle greche e dalle decorazioni geometrico/floreali presenti sull'alzatina, sull'anta e sul fronte del cassetto) e, facendo due calcoli con l'albero genealogico degli antichi proprietari, probabilmente risalgono ai primi del 900.
Non vi sto a dire che, oltre allo sporco e alla polvere incrostata, erano messi maluccio, soprattutto a causa dei tarli che stavano ancora banchettando con il legno. Questo era il loro aspetto originario.
I ripiani in marmo, pur essendo integri, presentavano sul dorso superiore parecchi graffi di usura (anche profondi) e delle zone biancastre su cui qualcuno si è accanito con uno strumento appuntito e metallico. Questa pratica sembra essere stata eseguita per grattare via il residuo biancastro formatosi chissà come (versamento di sostanza acida?) creando degli avvallamenti di un paio di millimetri di profondità (vedi le macchie bianche nella foto sotto).
Le condizioni del marmo non erano irrecuperabili: avrei dovuto portare i piani da un marmista e farli sbassare, rilevigare, lucidare e dare la finitura... pratica più costosa che acquistarne dei nuovi... oppure pensare a una nuova soluzione. Ma a questo avrei pensato più avanti. Adesso era il momento di fare il grosso del lavoro: riparazioni di ebanisteria, pulizia, consolidamenti e verniciatura.
L'idea è sempre quella del bianco provenzale o shabby-chic. Dopo aver ripulito per bene il tutto, li avrei ridipinti utilizzando la tecnica decapè che avrebbe riportato alla luce due comodini chiari che su una parete di fondo colorata risalterebbero molto bene.
Via ai lavori! Per prima cosa smontaggio dei vari pezzi, via le maniglie e gli arpioni dell'anta e pulizia generale con stracci e carta vetrata.
Il traverso sottostante di uno dei due comodini era totalmente sbriciolato a causa delle gallerie dei tarli. L'ho ripulito bene con lo scalpello fino a trovare il legno buono in previsione poi di ristuccarlo e ricostruirlo dopo aver eliminato le fastidiose bestiole.
Una volta finita la fase di falegnameria ho passato una mano abbondante di antitarlo dappertutto, in modo da impregnare ben benino tutte le zone (anche le più nascosta e inarrivabili) e ho sigillato entrambi i comodini con i loro pezzi e pezzetti in due sacchi di nylon per almeno 3 settimane (se potete anche di più!). In questa maniera, oltre ad uccidere i tarli presenti all'interno del legno, si dà il tempo anche alle uova che sono state sicuramente deposte di schiudersi e di sterminare anche le nuove leve! Solo così siamo sicuri che il nostro mobile sarà pulito per benino. Poi basta tenerlo sotto controllo per qualche tempo: se non si scorgono nuovi forellini o polvere di legno o mucchietti di segatura siamo a posto: i tarli sono debellati!
Questi erano i miei due comodini dopo averli tolti dai sacchi del trattamento antitarlo.
Nel tempo intercorso ho pulito con semplice carta vetrata finissima (400) le maniglie originali di ottone e le loro rispettive mostrine che erano ricoperte di una vernice dorata che si era ossidata in diversi punti. L'ottone sottostante invece era perfetto. A destra prima della cura, a sinistra dopo la cura.
Poi sono passato alle fasi di stuccatura (otturando anche i fori dei tarli) e della verniciatura (procedura identica a quella che ho usato per il tavolo). A questo punto dovevo decidere come comportarmi con il piano in marmo. Anche se era logico risistemare quello originale, il costo era notevole e il colore grigio-nerastro del bardiglio mi sembrava un po' troppo tetro quindi, considerando che ho cambiato totalmente aspetto e colore a tutto il comodino, ho pensato di cambiare aspetto anche al piano... anzi di farne proprio uno nuovo! Ho acquistato una tavola di lamellare di faggio di 2 cm di spessore (legno solido e molto duro) che con il suo disegno "patchwork" e con la sua colorazione bruno- rossastra non uniforme, avrebbe spiccato bene sul bianco del mobile.
Ne ho tagliati due pezzi delle stesse dimensioni del marmo (più uno che poi diventerà il piano del comò quando lo avrò finito), passato la carta vetrata per renderli lisci, tre mani di cera per impermeabilizzare e li ho inseriti nella loro guida dove prima stava il marmo. E questo è il risultato:
A me piacciono moltissimo! E non vedo l'ora di finire anche il comò per piazzarli tutti e tre in camera!
Grazie a tutti voi che siete passati di qui a curiosare! Un caro saluto.
Li abbiamo trovati nel magazzino del bisnonno, in mezzo a cumuli di roba vecchia di decenni. Sono un paio di comodini in noce con pianetto in marmo bardiglio e alzatina, lo stile è sicuramente liberty (come si evince dalle greche e dalle decorazioni geometrico/floreali presenti sull'alzatina, sull'anta e sul fronte del cassetto) e, facendo due calcoli con l'albero genealogico degli antichi proprietari, probabilmente risalgono ai primi del 900.
Non vi sto a dire che, oltre allo sporco e alla polvere incrostata, erano messi maluccio, soprattutto a causa dei tarli che stavano ancora banchettando con il legno. Questo era il loro aspetto originario.
I ripiani in marmo, pur essendo integri, presentavano sul dorso superiore parecchi graffi di usura (anche profondi) e delle zone biancastre su cui qualcuno si è accanito con uno strumento appuntito e metallico. Questa pratica sembra essere stata eseguita per grattare via il residuo biancastro formatosi chissà come (versamento di sostanza acida?) creando degli avvallamenti di un paio di millimetri di profondità (vedi le macchie bianche nella foto sotto).
Le condizioni del marmo non erano irrecuperabili: avrei dovuto portare i piani da un marmista e farli sbassare, rilevigare, lucidare e dare la finitura... pratica più costosa che acquistarne dei nuovi... oppure pensare a una nuova soluzione. Ma a questo avrei pensato più avanti. Adesso era il momento di fare il grosso del lavoro: riparazioni di ebanisteria, pulizia, consolidamenti e verniciatura.
Via ai lavori! Per prima cosa smontaggio dei vari pezzi, via le maniglie e gli arpioni dell'anta e pulizia generale con stracci e carta vetrata.
Una volta finita la fase di falegnameria ho passato una mano abbondante di antitarlo dappertutto, in modo da impregnare ben benino tutte le zone (anche le più nascosta e inarrivabili) e ho sigillato entrambi i comodini con i loro pezzi e pezzetti in due sacchi di nylon per almeno 3 settimane (se potete anche di più!). In questa maniera, oltre ad uccidere i tarli presenti all'interno del legno, si dà il tempo anche alle uova che sono state sicuramente deposte di schiudersi e di sterminare anche le nuove leve! Solo così siamo sicuri che il nostro mobile sarà pulito per benino. Poi basta tenerlo sotto controllo per qualche tempo: se non si scorgono nuovi forellini o polvere di legno o mucchietti di segatura siamo a posto: i tarli sono debellati!
Questi erano i miei due comodini dopo averli tolti dai sacchi del trattamento antitarlo.
Nel tempo intercorso ho pulito con semplice carta vetrata finissima (400) le maniglie originali di ottone e le loro rispettive mostrine che erano ricoperte di una vernice dorata che si era ossidata in diversi punti. L'ottone sottostante invece era perfetto. A destra prima della cura, a sinistra dopo la cura.
Poi sono passato alle fasi di stuccatura (otturando anche i fori dei tarli) e della verniciatura (procedura identica a quella che ho usato per il tavolo). A questo punto dovevo decidere come comportarmi con il piano in marmo. Anche se era logico risistemare quello originale, il costo era notevole e il colore grigio-nerastro del bardiglio mi sembrava un po' troppo tetro quindi, considerando che ho cambiato totalmente aspetto e colore a tutto il comodino, ho pensato di cambiare aspetto anche al piano... anzi di farne proprio uno nuovo! Ho acquistato una tavola di lamellare di faggio di 2 cm di spessore (legno solido e molto duro) che con il suo disegno "patchwork" e con la sua colorazione bruno- rossastra non uniforme, avrebbe spiccato bene sul bianco del mobile.
Ne ho tagliati due pezzi delle stesse dimensioni del marmo (più uno che poi diventerà il piano del comò quando lo avrò finito), passato la carta vetrata per renderli lisci, tre mani di cera per impermeabilizzare e li ho inseriti nella loro guida dove prima stava il marmo. E questo è il risultato:
A me piacciono moltissimo! E non vedo l'ora di finire anche il comò per piazzarli tutti e tre in camera!
Grazie a tutti voi che siete passati di qui a curiosare! Un caro saluto.
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