Li abbiamo trovati nel magazzino del bisnonno, in mezzo a cumuli di roba vecchia di decenni. Sono un paio di comodini in noce con pianetto in marmo bardiglio e alzatina, lo stile è sicuramente liberty (come si evince dalle greche e dalle decorazioni geometrico/floreali presenti sull'alzatina, sull'anta e sul fronte del cassetto) e, facendo due calcoli con l'albero genealogico degli antichi proprietari, probabilmente risalgono ai primi del 900.
Non vi sto a dire che, oltre allo sporco e alla polvere incrostata, erano messi maluccio, soprattutto a causa dei tarli che stavano ancora banchettando con il legno. Questo era il loro aspetto originario.
I ripiani in marmo, pur essendo integri, presentavano sul dorso superiore parecchi graffi di usura (anche profondi) e delle zone biancastre su cui qualcuno si è accanito con uno strumento appuntito e metallico. Questa pratica sembra essere stata eseguita per grattare via il residuo biancastro formatosi chissà come (versamento di sostanza acida?) creando degli avvallamenti di un paio di millimetri di profondità (vedi le macchie bianche nella foto sotto).
Le condizioni del marmo non erano irrecuperabili: avrei dovuto portare i piani da un marmista e farli sbassare, rilevigare, lucidare e dare la finitura... pratica più costosa che acquistarne dei nuovi... oppure pensare a una nuova soluzione. Ma a questo avrei pensato più avanti. Adesso era il momento di fare il grosso del lavoro: riparazioni di ebanisteria, pulizia, consolidamenti e verniciatura.
Via ai lavori! Per prima cosa smontaggio dei vari pezzi, via le maniglie e gli arpioni dell'anta e pulizia generale con stracci e carta vetrata.
Una volta finita la fase di falegnameria ho passato una mano abbondante di antitarlo dappertutto, in modo da impregnare ben benino tutte le zone (anche le più nascosta e inarrivabili) e ho sigillato entrambi i comodini con i loro pezzi e pezzetti in due sacchi di nylon per almeno 3 settimane (se potete anche di più!). In questa maniera, oltre ad uccidere i tarli presenti all'interno del legno, si dà il tempo anche alle uova che sono state sicuramente deposte di schiudersi e di sterminare anche le nuove leve! Solo così siamo sicuri che il nostro mobile sarà pulito per benino. Poi basta tenerlo sotto controllo per qualche tempo: se non si scorgono nuovi forellini o polvere di legno o mucchietti di segatura siamo a posto: i tarli sono debellati!
Questi erano i miei due comodini dopo averli tolti dai sacchi del trattamento antitarlo.
Nel tempo intercorso ho pulito con semplice carta vetrata finissima (400) le maniglie originali di ottone e le loro rispettive mostrine che erano ricoperte di una vernice dorata che si era ossidata in diversi punti. L'ottone sottostante invece era perfetto. A destra prima della cura, a sinistra dopo la cura.
Poi sono passato alle fasi di stuccatura (otturando anche i fori dei tarli) e della verniciatura (procedura identica a quella che ho usato per il tavolo). A questo punto dovevo decidere come comportarmi con il piano in marmo. Anche se era logico risistemare quello originale, il costo era notevole e il colore grigio-nerastro del bardiglio mi sembrava un po' troppo tetro quindi, considerando che ho cambiato totalmente aspetto e colore a tutto il comodino, ho pensato di cambiare aspetto anche al piano... anzi di farne proprio uno nuovo! Ho acquistato una tavola di lamellare di faggio di 2 cm di spessore (legno solido e molto duro) che con il suo disegno "patchwork" e con la sua colorazione bruno- rossastra non uniforme, avrebbe spiccato bene sul bianco del mobile.
Ne ho tagliati due pezzi delle stesse dimensioni del marmo (più uno che poi diventerà il piano del comò quando lo avrò finito), passato la carta vetrata per renderli lisci, tre mani di cera per impermeabilizzare e li ho inseriti nella loro guida dove prima stava il marmo. E questo è il risultato:
A me piacciono moltissimo! E non vedo l'ora di finire anche il comò per piazzarli tutti e tre in camera!
Grazie a tutti voi che siete passati di qui a curiosare! Un caro saluto.
Per Federica
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